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Suad racconta la tragica storia di una donna costretta a subire un sopruso, punita per una gravidanza arrivata prima del matrimonio.
Il suo corpo viene cosparso di benzina e le viene dato fuoco su volere della sua stessa famiglia. Una vicenda sconvolgente e, purtroppo – basti pensare alla recente storia di Saman Abbas, la 18enne di origine pakistana uccisa dai suoi stessi familiari – ancora di viva attualità.
Suad non è una, o meglio è la stessa vista da angolazioni differenti portate in scena da tre donne vestite di nero. C’è la Suad di oggi (Cristina Colonnetti) che racconta la storia attuale; c’è la Suad di 19 anni fa, quando uscì il libro (Erica Lauro) che riflette sulla sua tragica vicenda; c’è una ballerina (Giada Negro) che propone con la danza la vitalità e l’incredibile varietà di sensazioni.
Le tre donne raccontano la stessa storia, rappresentando l’Anima, la Ragione e il Corpo di Suad, con le loro voci che si inseguono e si sovrappongono.
«Lo spettacolo – spiega la regista Valeria Freiberg – è ideato con un formato narrativo originale, distante dai canoni tradizionali, cercando di far emergere soprattutto i significati più profondi della storia della ragazza. Ciò si realizza rivelando anche la parte oscura della sua vita di allora, attraverso il linguaggio del corpo, la musica e i contributi video. Ogni movimento di scena è simbolico, integrato nella visione quasi plastica, minimalista della regia».